Discussione:
Maldicenze
(troppo vecchio per rispondere)
Gianni
2006-04-20 07:11:25 UTC
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Vivo in un paese di 8000 abitanti e sono stufo delle maldicenze, dei
giudizi, etc. che bisogna tollerare da parte degli altri. La gente impiega
parte del suo tempo a parlare (male) degli altri. C'è chi lo fa per invidia,
gelosia, etc.
Sappiamo che ci sono stati personaggi famosi che hanno subito gravi danni
dal fatto che qualcuno ha diffuso la voce che portassero jella, etc.
Come ci si difende dalle maldicenze e dal giudizio degli altri?
Gianni
quivis
2006-04-20 07:53:06 UTC
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Post by Gianni
Vivo in un paese di 8000 abitanti e sono stufo delle maldicenze, dei
giudizi, etc. che bisogna tollerare da parte degli altri.
La gente impiega
parte del suo tempo a parlare (male) degli altri.
C'è chi lo fa per invidia, gelosia, etc.
Sappiamo che ci sono stati personaggi famosi che hanno subito gravi danni
dal fatto che qualcuno ha diffuso la voce che portassero jella, etc.
Come ci si difende dalle maldicenze e dal giudizio degli altri?
Bisognerebbe valutare caso per caso "l'oggetto" e la "causa" della
maldicenza.
Però, generalizzando, a me sembra che le persone "oggetto" della
maldicenza difettano nella comunicazione.

Conosco dei politici che pur essendo "potenzialmente" oggetto di
maldicenza [a volte giustificatamente] riescono, grazie a doti eccellenti
di comunicazione, a trasformare l'eventuale maldicenza addirittura in
consenso.

Forse le persone che comunicano male, o che non hanno interesse a
comunicare bene, con gli altri
mettono "soggezione",
favoriscono l'antipatia nei loro confronti
e perciò "causano", in qualche modo, la maldicenza.

Lo stesso discorso si potrebbe fare anche per i giudizi
[che non si dovrebbero fare ma, chi non ha mai giudicato scagli la prima
pietra]
che, imho, tendono ad essere migliori nei confronti delle persone che
comunicano meglio e si rendono più simpatiche.

Ciao,
quivis.
--
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Alessandra
2006-04-21 11:12:11 UTC
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Post by quivis
Bisognerebbe valutare caso per caso "l'oggetto" e la "causa" della
maldicenza.
Però, generalizzando, a me sembra che le persone "oggetto" della
maldicenza difettano nella comunicazione.
(...)
Post by quivis
Forse le persone che comunicano male, o che non hanno interesse a
comunicare bene, con gli altri
mettono "soggezione",
favoriscono l'antipatia nei loro confronti
e perciò "causano", in qualche modo, la maldicenza.
Lo stesso discorso si potrebbe fare anche per i giudizi
[che non si dovrebbero fare ma, chi non ha mai giudicato scagli la prima
pietra]
che, imho, tendono ad essere migliori nei confronti delle persone che
comunicano meglio e si rendono più simpatiche.
Ah! molto interessente signor quivis, molto interessante. Grazie.
Se ad uno importa così tanto il giudizio degli altri, se non riesce a
vivere in parte da outsider, in armonia con ciò che è anche se è
molto 'diverso', perché non si sforza di comunicare meglio?
Forse la chiave è tutta lì: chi sente il bisogno di approvazione, o
chi vive male nel giudizio negativo degli altri - cosa molto
comprensibile -, forse è molto più portato alla 'relazionalità' di
quanto creda di essere. Forse il malessere nasce proprio da un'errata
visione delle priorità della propria vita, in un certo momento.
Forse ci si 'isola' e si sottolinea la propria diversità, che alimenta
'chiacchiere', proprio per coprire un in fondo mal celato desiderio di
essere compresi, e la difficoltà a fare passi verso la comprensione, o
a rinunciare a parti 'egotiche' e in fondo superflue di sè (di un sé
presuntuosamente 'autonomo', che rinnega l'interrelazionalità).
Anche se, bisogna ammetterlo, molta della gente criticona, quasi tutta,
è impermeabile alla reale comprensione, è sorda, insensibile e ha i
propri pregiudizi, dunque la comunicazione che si merita è più simile
alle public relations che ad una sincera comunicazione emotiva.
Bisogna forse imparare a comunicare almeno superficialmente, per quieto
vivere ma anche per il benessere della comunità in cui sempre siamo
immersi, senza però malizia o sfruttamento, e riservare la vera
condivisione a chi sa vivere le relazioni in maniera affine alla
nostra, con pulizia e sincerità, con intelligenza? A chi sentiamo
realmente aperto e vero? E' una domanda non retorica.
Però dovremmo essere anche capaci di aprirci noi, e ascoltare cosa
hanno da dire gli altri, a parte le critiche...comprendere i loro
bisogni, anche se non possiamo soddisfarli (di certo, per mero esempio,
non posso far contenta tutte le comari che mi vogliono complice, se non
mi sento implicata in nessun complotto. Ma fingere di poter ignorarle
per sempre, con i loro limiti e bisogni e fragilità ed impotenze, come
se io fossi assolutamente indipendente dalla loro esistenza, come se
fossi donna a prescindere dal loro esserlo altrettanto, è un errore
epistemologico, secondo me..).
Grazie dello spunto,
alessandra
p.s.: mi accorgo ora, con l'abitudine di rileggere, del lapsus della
prima riga, e non lo correggo. Lo vedi? "Molto interessEnte" - il primo
-... curioso eh? Non avevo ancora risposto e già pensavo
all'interrelazionalità, al vivere comunitario - inter-esse...
elledi
2006-04-22 12:50:10 UTC
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Post by quivis
Forse le persone che comunicano male, o che non hanno interesse a
comunicare bene, con gli altri
mettono "soggezione",
favoriscono l'antipatia nei loro confronti
e perciò "causano", in qualche modo, la maldicenza.
bello :-) ci aggiungerei l'immaginario vicino a quella "soggezione"
e, sotto l'immaginario, l'invidia, una brutta bestia che si deve esser
capaci di vanificare a monte con bassi profili.
E' buffo il circuito: le persone hanno bisogno di sognare, si sentono
intrappolate dal loro, mettono il sogno sull' altro e poi lo
denigrano così alla fine loro sono assolte e l'altro dannato.
--
Ciao
elledi
t***@katamail.com
2006-04-20 08:00:09 UTC
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Post by Gianni
Vivo in un paese di 8000 abitanti e sono stufo delle maldicenze, dei
giudizi, etc. che bisogna tollerare da parte degli altri. La gente impiega
parte del suo tempo a parlare (male) degli altri. C'è chi lo fa per invidia,
gelosia, etc.
Sappiamo che ci sono stati personaggi famosi che hanno subito gravi danni
dal fatto che qualcuno ha diffuso la voce che portassero jella, etc.
Come ci si difende dalle maldicenze e dal giudizio degli altri?
Gianni
Premessa: non sono uno psicologo, quelle che scrivo sono solo opinioni
personali che, in quanto tali, possono essere o meno condivise ma non
hanno nessun presupposto o valenza scientifica.

Il mio consiglio è:

Affrontali educatamente, ma con molta decisione.

Non tenere conto della loro reazione e non chiedere perchè lo fanno,
semplicemente affrontali uno per uno dicendo:

'So che vai dicendo questo di me. Puoi anche dirmelo in faccia.'

Guardalo dritto negli occhi mentre gli parli.

Dimostragli che hai le *palle* per affrontarli e falli sentire meschini
per quello che dicono.

Tenersi la cosa *dentro* è autodistruttivo EVITALO ASSOULUTAMENTE

A volte, purtroppo, i conflitti sono inevitabili.

ciao
Annabelle
2006-04-21 15:20:37 UTC
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Post by Gianni
Vivo in un paese di 8000 abitanti e sono stufo delle maldicenze, dei
giudizi, etc. che bisogna tollerare da parte degli altri. La gente impiega
parte del suo tempo a parlare (male) degli altri. C'è chi lo fa per invidia,
gelosia, etc.
Sappiamo che ci sono stati personaggi famosi che hanno subito gravi danni
dal fatto che qualcuno ha diffuso la voce che portassero jella, etc.
Come ci si difende dalle maldicenze e dal giudizio degli altri?
Gianni
Ciao,

ti capisco benissimo. Io sono vittima quotidianamente delle maldicenze dei
miei compaesani. Da adolescente ho commesso l'errore di confidarmi con
alcune amiche su cose molto personali, le voci si sono sparse a macchia
d'olio. Ora tutti sanno e fingono ipocritamente di non sapere quando mi
incontrano, poi scopro che parlano alle spalle. Ho imparato a convivere
con questo nel seguente modo:
- ho imparato a diventare quello che vogliono le persone (ovviamente sui
miei compaesani non fa effetto, ma basta costruirsi una vita fuori dal
paese)
- ho imparato a non parlare mai dei fatti altrui e a difendere i coinvolti
in pettegolezzi quando mi capita di essere coivolta.
- se proprio capita, lanciare la frase del tipo: "non bisognerebbe mai
parlare male degli altri perchè prima o poi capita a tutti di avere
qualcosa di cui non vantarsi...".

per concludere pessimisticamente posso dire che se si tratta di un
pettegolezzo "montato" tutto si risolve... se invece hai fatto degli
errori non ti resta che sopravvivere alle parole altrui e cercare di non
impazzire. Il giudizio degli altri ti può uccidere quando non sei forte
abbastanza per camminare sempre a testa alta, a volte per soffocare il
dolore che provo divento autolesionista per non dover urlare al mondo che
sono un branco di s****zi. Scusa lo sfogo, ma oggi è una giornata negativa
e l'argomento era veramente mirato!! Perdonatemi.

Baci
Ann
--
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Lifenet
2006-04-22 10:26:13 UTC
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Post by Annabelle
per concludere pessimisticamente posso dire che se si tratta di un
pettegolezzo "montato" tutto si risolve... se invece hai fatto degli
errori non ti resta che sopravvivere alle parole altrui e cercare di non
impazzire.
Parli di errori, ma siamo umani, chi non ha fatto errori e anche se
così è, chi potrà mai avere la certezza che non ne farà mai?
Mi dispiace che sei così amareggiata. Non prendertela così.
Cosa possono aver mai detto a te che non sia stato detto a una miriade
di altre persone prima di te e anche dopo di te?
E sai come si dice: " mal comune mezzo gaudio ".
Poi, sarai mica l'unica sparlata del tuo paese?
Post by Annabelle
Il giudizio degli altri ti può uccidere quando non sei forte
abbastanza per camminare sempre a testa alta,
Guarda che chi ti sparla è il primo o la prima ad avere degli altarini
nascosti e sparla te solo per dimostrare che se per caso si scoprono i
suoi altarini almeno non è l'unico/a.
Sai quante volte è successo di scoprire che persone molto pettegole poi
hanno fatto anche peggio delle cose che hanno rimproverato agli altri?
Post by Annabelle
a volte per soffocare il
dolore che provo divento autolesionista per non dover urlare al mondo che
sono un branco di s****zi. Scusa lo sfogo, ma oggi è una giornata negativa
e l'argomento era veramente mirato!! Perdonatemi.
Ti ripeto quanto ho scritto sopra: i pettegolezzi sono importanti se
noi gli diamo importanza,la soluzione è dunque fregarsene.
Se poi il problema non è la massa, ma qualche persona in particolare
allora la si può affrontare e ti assicuro che la finirà di sparlare e
ti verrà a chiedere anche scusa.

Un'altra cosa: tutte le persone sono allo stesso livello, nessuno è
migliore di te e può venire a dire a te cosa devi o non devi fare.
Una dice che una cosa è sbagliata e tu le rispondi il contrario.
Il tuo pensiero vale quanto il suo, perchè allora tu dovresti impazzire
per ciò che pensa qualcun altro?



Ciao e in bocca al lupo.
Lifenet
2006-04-20 09:31:48 UTC
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Post by Gianni
Come ci si difende dalle maldicenze e dal giudizio degli altri?
Gianni
Io credo che un pettegolezzo è importante solo se noi gli diamo
importanza quindi per renderlo banale basta fregarsene.
Che dire, altre cose da fare, IMHO: innanzitutto non associarsi al
discorso quando qualcuno comincia a spettegolare e eventualmente
difendere lo sparlato di turno, a prescindere da quale sia l'argomento
dicendo che le azioni degli altri non sono fatti nostri.
Credo che assumere questi atteggiamenti già mette un po' il bastone fra
le ruote ai pettegoli, che invece hanno campo libero se non gli
risponde mai nessuno o tutti acconsentono.


Ciao.
Vincenzo Del Piano
2006-04-20 09:52:41 UTC
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Post by Gianni
Vivo in un paese di 8000 abitanti e sono stufo delle maldicenze, dei
giudizi, etc. che bisogna tollerare da parte degli altri. La gente impiega
parte del suo tempo a parlare (male) degli altri. C'è chi lo fa per invidia,
gelosia, etc.
Come ci si difende dalle maldicenze e dal giudizio degli altri?
IMHO non è importante "difendersi" ... perchè -fatte alcune eccezioni ...-
si tratta di pettegolezzi ai quali anche chi ci si esercita non attribuisce
importanza perchè *sa* che non ne hanno; o che sono chiacchiere e basta.
Quando qualcuno chiacchiera ... o persino offende ... forse è sufficiente
rendersi conto che -dopo essere rimbalzato per effetto dell'eco sui muri- il
suono di quelle parole sparisce ... senza aver cambiato niente di
reale/sostanziale.
Nei casi in cui è da fare eccezione ... imho basta "precisare" qual è la
verità intorno alla cosa chiacchierata; e se proprio serve ... fare una
denuncia per calunnia o robe del genere.

In ogni caso HAI RAGIONE a sentire disagio per questo genere di cose;
peraltro ... come cambiare la testa e le abitudini di *altri*?

Ciao, Gianni! :-)
--
Vincenzo
renato della valle
2006-04-26 07:54:36 UTC
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Post by Gianni
Vivo in un paese di 8000 abitanti e sono stufo delle maldicenze, dei
giudizi, etc. che bisogna tollerare da parte degli altri. La gente impiega
parte del suo tempo a parlare (male) degli altri. C'è chi lo fa per invidia,
gelosia, etc.
Sappiamo che ci sono stati personaggi famosi che hanno subito gravi danni
dal fatto che qualcuno ha diffuso la voce che portassero jella, etc.
Come ci si difende dalle maldicenze e dal giudizio degli altri?
Gianni
I sistemi ci potrebbero essere:

1 fatti forza e non lasciarti schiacciare da quegli invertebrati

2 vai a testa alta, dritto per la tua strada

3 attento alle trappole: e' cio' che aspettano: si perche' sei oggetto di
pressione ed e' molto difficile tenersi senza commettere
errori...........ATTENTO

4 se ce la fai potresti allontanarti da quelli : QUESTO FORSE E' IL
CONSIGLIO MIGLIORE

5 vai al contattacco: occhio per occhio dente per dente: ............ma non
farti scoprire: mal comune mezzo gaudio. Smaschera le loro vergogne piu'
nascoste, inventa anche!

Le maldicenze sono purtroppo una piaga del nostro tempo.

6 tieniti impegnato

7 smorza il pessimismo acuto

8 circondati di cose positive

ATTENTO CHE ANCHE IL MIGLIORE NELLE TUE CONDIZIONI CADREBBE .

Ciao
AUGURI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!


--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Klarheit
2006-04-28 01:51:26 UTC
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Post by Gianni
Vivo in un paese di 8000 abitanti e sono stufo delle maldicenze, dei
giudizi, etc. che bisogna tollerare da parte degli altri. La gente impiega
parte del suo tempo a parlare (male) degli altri. C'è chi lo fa per invidia,
gelosia, etc.
Sappiamo che ci sono stati personaggi famosi che hanno subito gravi danni
dal fatto che qualcuno ha diffuso la voce che portassero jella, etc.
Come ci si difende dalle maldicenze e dal giudizio degli altri?
Purtroppo per riuscire a difendere in modo appropriato il proprio
"territorio psichico" c'è solo un sistema: *prendere le distanze*.
Perché fondamentamelte la maldicenza è uno strumento sociale di *potere* e
*controllo*, e allora l'unica per non farsi devastare è stabilire i confini
del *proprio* e inattaccabile "potere e controllo" su se stessi, i famosi
paletti: "io sto qui, i miei confini sono lì, gli altri sono oltre e ciò che
non voglio far passare di qua NON PASSA se non sono io a volerlo, così come
è vero che io non posso cambiare tutto ciò che è oltre i miei confini solo
perché desidererei che fosse diverso".

Chi e perché usa lo *strumento* della maldicenza?
Ovviamente chi ambisce ad avere "potere e controllo" sulle tue
possibilità di fare o di esprimere tue capacità personali (es. nel campo
lavorativo, campo sentimentale, ecc.), il perché è chiaramente conseguente:
il diffamante *sa* di NON poter ambire all'accesso di quelle stesse
possibilità (per incapacità personale, per motivi contingenti, o per
qualsivoglia motivo) e allora l'unico modo per avere "potere e controllo" su
quelle stesse possibilità è impedirne l'accesso anche a te: non servirà a
miglioragli la vita, ma come *compensazione narcisistica*, va benone lo
stesso! :-)

Chi e perché è bersaglio di maldicenza?
Chiunque "brilli" per un qualsiasi motivo: dall'avere tra le braccia una
bella figliola al talento personale, passando per gli occhi azzurri e
l'avere un papà ricco, va bene tutto! Il motivo infatti è sempre
*pretestuoso* perché non è in te, è nel "diffamante": è lui che attribuisce
a te un maggior "potere e controllo" su un certo tipo di possibilità nel
condurre/migliorare la tua esistenza, ovviamente questo significa che il
nostro caro diffamante è uno che ha un bel problema personale con se stesso:
si sente "impotente/inadeguato" di fronte alla vita, si autosvaluta (e qui
va detto che questi sentimenti negativi vengono indirettamente coltivati
proprio dal loop indotto dalla maldicenza stessa: svalutare l'altro comporta
*sempre* un ritorno verso se stessi).

Chi e perché invece accoglie, presta ascolto e "propaga" la maldicenza che
gli arriva all'orecchio?
Qui tornerebbe utile proprio il già qui "denigrato" Eric Berne col suo
"Triangolo Drammatico". :-)
Chi ascolta e quindi "accoglie" presso di sé la maldicenza (e la propaga
fomentando lo stesso comportamento in altri) intende entrare nel "gioco
di potere" avviato dal diffamante sperando di conseguirne un guadagno
(sempre nei termini di potere e controllo, es. il collega che diffonde e
fomenta la maldicenza che gli è arrivata all'orecchio, lo fa perché
attribuisce un maggior "potere" al diffamante rispetto al diffamato, e
spera/pensa di poter "guadagnare" qualcosa prestando servizio al diffamante:
in pratica è una "alleanza di convenienza"), in realtà poi alla fine si
spartirà con il diffamante anche il drammatico bottino di autosvalutazione
(chi va al mulino si infarina, chi va in una fogna ovviamente si *infogna*).

Ora, la maldicenza veicola sempre messaggi che mirano a colpire la *qualità
umana* della persona: i "classici" della maldicenza sono infatti argomenti
di tipo sessuale o malattie/attitudini socialmente ritenuti degradanti
(Marco Predolin dice di essere stato per diversi anni letteralmente messo al
bando nel suo ambiente lavorativo perché qualcuno aveva "sparso la voce" che
lui avesse l'AIDS), fino ad arrivare al caso clamoroso di Mia Martini.
Eggià, perché colpire le qualità umane della persona significa fare un danno
*sicuramente irreparabile* perché si va ad intaccare la sfera
dell'intimissimo privato: puoi essere certo che nessuno si sognerà mai di
chiederti "prove" sulla tua vita sessuale o sulla tua salute, quindi il
diffamante può contare sulla complicità di chi accoglie e propaga la sua
maldicenza, e allo stesso modo sulla complicità di chi, pur non accogliendo
e accettando per vera la maldicenza sentita, comunque MAI avrà il coraggio
di avvertire il diffamato della schifezza che gli viene buttata addosso. ;-)

Ma ancora di più va sottolineato che l'utilità di colpire le "qualità umane"
della persona che si intende diffamare presenta un vantaggio indiscutibile:
puoi essere bravo e talentuoso quanto vuoi nel tuo lavoro, ma se come
persona sei un infame, puoi essere certo che il tuo lavoro verrà dato ad un
altro, anche se meno bravo di te. Oltretutto, la nostra vita è
essenzialmente vita di relazione, e la maldicenza mira proprio ad ottenere
lo scopo di minare alla base l'intera personale rete di relazioni: cosa può
funzionare meglio se non riuscire a farti sfiduciare sulle tue qualità
umane?
Quindi, in questo modo diventa realmente possibile stroncare qualsiasi
talento e avere *potere* su possibilità altrui che per mancanza di talento
non ci si potrebbe permettere (es. Mia Martini).

Ora, caro Gianni, tu fai riferimento ad un contesto che per dimensioni
permette un potere/controllo sociale sicuramente maggiore (8000 abitanti) e
dove quindi è dichiaramente incoraggiato l'uso dello "strumento di potere"
della maldicenza. Ma non credere che altrove (un "altrove" che può essere
collocato liberamente lungo le coordinate Spazio-Tempo, dal momento che
anche nella storia ci sono eminenti casi di diffamazione sistematica) sia
diverso, magari fosse così! :-)
Anzi, guarda, per consolarti puoi andare a leggerti qualcosa su un caso
clamoroso di diffamazione "in ambito scientifico": Wilhelm Reich.
Precisando però che pure la lingua di Reich non ci andava leggera.
Anzi, tra lui, Freud, Jung, Federn e molti altri "allievi" di Freud, se ne
sono detti proprio di tutti i colori... ma mica su questioni "dottrinarie"!
No, no... uno spettegola che l'altro si porta a letto tutte le pazienti
carine che gli capitano sul lettino, l'altro risponde che quello lo dice
perché c'ha la moglie racchia e non scopa mai piuttosto che buttarsi sulla
moglie e però è troppo represso sessualmente per non esserle fedele... per
non parlare dei vari "schizofrenico", "paranoico", "disturbato sessualmente"
che si scambiavano vicendevolmente manco fossero convenevoli salottieri!

La "letteratura del pettegolezzo" relativa a Reich potrebbe da sola formare
un corposo capitolo della storia del movimento psicoanalitico. Fenichel, ad
esempio, d'accordo con Federn, diceva che Reich era uno schizofrenico. E si
tratta d'una pratica denigratoria alquanto diffusa se si pensa, ad esempio,
al trattamento riservato da Ernest Jones a Ferenczi, che fu suo analista, e
a Otto Rank.
Pratica cui diede il "La" lo stesso Freud: diceva di Jung che era un folle
(Jung lo ricambiava chiamandolo nevrotico) e di Adler che era un paranoico.
Sembra inoltre che si debba ancora a Fenichel la diffusione della voce
secondo cui Reich seduceva tutte le sue pazienti.
Reich, dal canto suo, ricambiava generosamente asserendo che gli
psicoanalisti erano genitalmente disturbati, ipocriti e masturbavano le
pazienti durante le sedute ("con il pretesto di un esame medico, mettevano
le loro dita nelle vagine delle loro pazienti" [cit. Reich]).
Ed è oltretutto a una sessualità non vissuta che Reich riconduceva pure la
malattia mortale di Freud.

Ecco, questi sono i "Maestri"! :-))))
E tu ti rammarichi per i tuoi 8000 compaesani linguacciuti? :-D




Ciao,
Saya


p.s. ho dimenticato che anche personalmente avrei il mio contributo da
offrire: ho sicuramente incontrato persone che mi hanno stimata
profondamente e io le ringrazio per questo, ma ho anche incontrato persone
che, per motivi che mi sono assolutamente oscuri, mi hanno odiata
ferocemente (una volta mi è arrivata voce che qualcuno giurava e spergiurava
di avermi *vista* battere sul marciapiede perché sarei una nota ninfomane
insaziabile, un'altra volta invece ero una povera e irrimediabile
vaginismica con serie turbe psicologiche, un'altra volta ancora avevo una
malattia venerea innominabile...:-))))
quivis
2006-04-28 08:51:23 UTC
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Post by Klarheit
Post by Gianni
Vivo in un paese di 8000 abitanti e sono stufo delle maldicenze, dei
giudizi, etc. che bisogna tollerare da parte degli altri. La gente impiega
parte del suo tempo a parlare (male) degli altri. C'è chi lo fa per invidia,
gelosia, etc.
Sappiamo che ci sono stati personaggi famosi che hanno subito gravi danni
dal fatto che qualcuno ha diffuso la voce che portassero jella, etc.
Come ci si difende dalle maldicenze e dal giudizio degli altri?
Purtroppo per riuscire a difendere in modo appropriato il proprio
"territorio psichico" c'è solo un sistema: *prendere le distanze*.
Condivido molto del tuo bel post ma questa affermazione la trovo
"contro-producente".
Penso che, per chi abbia interesse a combattere la maldicenza
[sono in molti ad infischiarsene allegramente, imho],
il "prendere le distanze" sia come un buttare benzina sul fuoco:
la alimenta.

Mi sembra più utile *affrontare* la maldicenza, innanzitutto chiedendomi
perché mi infastidisce e poi, eventualmente, perché sarei diventato
"oggetto" di maldicenza.
Fatto ciò studierei una strategia che potrebbe consistere in un
contro-attacco oppure nel cambiare il mio atteggiamento "pubblico" tenendo
presente, come anche tu hai fatto notare, che:
"chi fa il bene per timore della maldicenza, agisce in maniera servile e
sotto la coazione della maldicenza, e vive, così, sotto il dominio degli
altri."

Ciao,
quivis.
--
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Klarheit
2006-04-29 02:12:45 UTC
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Post by quivis
Post by Klarheit
Purtroppo per riuscire a difendere in modo appropriato il proprio
"territorio psichico" c'è solo un sistema: *prendere le distanze*.
Condivido molto del tuo bel post
Grazie. :-)
Post by quivis
ma questa affermazione la trovo
"contro-producente".
Penso che, per chi abbia interesse a combattere la maldicenza
[sono in molti ad infischiarsene allegramente, imho],
la alimenta.
Beh, diciamo che bisogna fare un calcolo del tipo "costi/benefici": se io
per combattere devo lasciarmi *invischiare* e portare dentro di me e
*coltivare* sentimenti distruttivi (che inevitabilmente si ritorceranno
*anche* contro di me) diventa importante capire se il "beneficio" vale la
spesa!
In sostanza, nessuna cosa ha un'importanza oggettiva, ma ha sempre
l'importanza che *noi* le diamo.
Post by quivis
Mi sembra più utile *affrontare* la maldicenza, innanzitutto chiedendomi
perché mi infastidisce e poi, eventualmente, perché sarei diventato
"oggetto" di maldicenza.
Certo, su questo sono assolutamente d'accordo, la riflessione e
l'autoriflessione sono sempre indispensabili. :-)
Guarda, io sono convinta che la più grande meraviglia che ci possa capitare
in questo mondo è l'accorgerci che abbiamo un esercito di diavoli e un
esercito di angeli tutti esclusivamente al *nostro servizio*, fermo restando
che ci riesca di capire che i diavoli sono accanto a noi perché hanno
qualcosa da insegnarci su noi stessi, e gli angeli sono accanto a noi
affinché possiamo sceglierli per *compagni*.
In sostanza, tutti i nostri problemi potrebbero nascere "semplicemente" da
un'eventuale nostra confusione che inverte il ruolo di angeli e diavoli.
;-)
Post by quivis
Fatto ciò studierei una strategia che potrebbe consistere in un
contro-attacco
Capisco che subire la maldicenza sia una delle esperienze più dolorose che
possano capitarci, e anzi, proprio per questo io la intendo una delle cose
più abominevoli, il vero Male intenzionale e predeterminato che l'animo
umano sia capace di concepire, la *vera cattiveria*, anzi, secondo me è
proprio la base del "meccanismo del Male": da Iago alla "guerra preventiva"
si tratta sempre della stessa cosa: una menzogna concepita ad arte e
proiettata su altri al solo scopo di fare loro deliberatamente del male.

Ma, a parte che nelle questioni politico-sociali, è proprio perché penso
questo che non credo nell'efficacia del contrattacco: è la Luce che crea
l'Ombra, senza Luce non c'è Ombra, senza Bene non c'è Male, se perdiamo i
diavoli non sappiamo più cercare e riconoscere gli angeli: non si può
pensare di eliminare l'Ombra senza eliminare anche la Luce.
Per eliminare davvero l'Ombra basta fare solo una cosa "spegnere" la Luce.
Post by quivis
oppure nel cambiare il mio atteggiamento >"pubblico" tenendo
"chi fa il bene per timore della maldicenza, agisce in maniera servile e
sotto la coazione della maldicenza, e vive, così, sotto il dominio degli
altri."
Ecco, in pratica "spegne" la *sua* Luce. :-/


Ciao,
Saya

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