io
2003-11-05 07:30:46 UTC
Ieri pomeriggio l'ho vista esposta in edicola e ho colto al volo una
tentazione che avevo da tempo. Ho comprato riza psicosomatica. Ho fatto la
mia riunione di lavoro tenendola in borsa e pensando a quando, a letto, di
lì a qualche ora, avrei cominciato a sfogliarla.
L'ho letta e vorrei capire, insieme a voi, se la mia sensazione è, appunto,
solo mia. Ho l'impressione di un condensato di banalità, di luoghi comuni;
di uno sciocchezzaio organizzato. Lo sfondo è popolato di figure
psicologiche che hanno qualche senso: il danno dell'autocolpevolizzazione,
l'importanza di riconoscere e liberare le emozioni, la forza del contatto
con se stessi, con la propria specificità. Ma su questi argomenti, che pure
hanno una loro complessità, si costruiscono pagine di consigli pratici che
stanno alla psicologia come mcdonalds alla gastronomia. Un fast food
dell'autocura, un pret a porter della psicodinamica. Il consiglio imperante
è quello di liberare i propri istinti, di seguire il sogno, di assecondare
gli impulsi, in un perpetuo alone autoconsolatorio. Il tutto condito in
salsa magica, dai fiori di bach allo yoga a gurdjeff a jung.
Io francamente ho provato un certo fastidio. sarà che provo a confrontarmi,
da qualche anno, con le rigidità della mia personalità; sarà che tento, con
fatica, a modificare certi assetti profondi, restando spesso impelagato nei
mille punti di partenza; sarà che sperimento i dolori e i sudori; sarà che
la mia glaciale razionalità mi impedisce il salto di qualità verso la magia;
sarà che proprio non ce la faccio ma io, leggendo quella rivista, sono
rimasto basito.
Mi sembra un rotocalco per donne ricche e annoiate, che sentono una punta
d'ansia e, staccando assegni a quattro zeri, si nutrono di guru e zen e
raffaelemorellishow.
La vita, e le sue fatiche; il cambiamento, e i suoi tornanti; la psicologia,
e le sue arrampicate, a mio parere, sono un'altra cosa.
p.s. ...e poi dicono che uno si butta su Cassano.
tentazione che avevo da tempo. Ho comprato riza psicosomatica. Ho fatto la
mia riunione di lavoro tenendola in borsa e pensando a quando, a letto, di
lì a qualche ora, avrei cominciato a sfogliarla.
L'ho letta e vorrei capire, insieme a voi, se la mia sensazione è, appunto,
solo mia. Ho l'impressione di un condensato di banalità, di luoghi comuni;
di uno sciocchezzaio organizzato. Lo sfondo è popolato di figure
psicologiche che hanno qualche senso: il danno dell'autocolpevolizzazione,
l'importanza di riconoscere e liberare le emozioni, la forza del contatto
con se stessi, con la propria specificità. Ma su questi argomenti, che pure
hanno una loro complessità, si costruiscono pagine di consigli pratici che
stanno alla psicologia come mcdonalds alla gastronomia. Un fast food
dell'autocura, un pret a porter della psicodinamica. Il consiglio imperante
è quello di liberare i propri istinti, di seguire il sogno, di assecondare
gli impulsi, in un perpetuo alone autoconsolatorio. Il tutto condito in
salsa magica, dai fiori di bach allo yoga a gurdjeff a jung.
Io francamente ho provato un certo fastidio. sarà che provo a confrontarmi,
da qualche anno, con le rigidità della mia personalità; sarà che tento, con
fatica, a modificare certi assetti profondi, restando spesso impelagato nei
mille punti di partenza; sarà che sperimento i dolori e i sudori; sarà che
la mia glaciale razionalità mi impedisce il salto di qualità verso la magia;
sarà che proprio non ce la faccio ma io, leggendo quella rivista, sono
rimasto basito.
Mi sembra un rotocalco per donne ricche e annoiate, che sentono una punta
d'ansia e, staccando assegni a quattro zeri, si nutrono di guru e zen e
raffaelemorellishow.
La vita, e le sue fatiche; il cambiamento, e i suoi tornanti; la psicologia,
e le sue arrampicate, a mio parere, sono un'altra cosa.
p.s. ...e poi dicono che uno si butta su Cassano.