pare che le allucinazioni possano avere una logica
La scienza psicologica si occupa anche della comprensione delle
allucinazioni?
Così come si posono interpretare i sogni, si possono interpretare anche le
allucinazioni?
Valrebbe lo stesso metodo dei sogni oppure il metodo d'interpretazione
sarebbe diverso?
Non si possono "interpretare" le allucinazioni; ciò anche se "vengono dalla
stessa parte" dei sogni, e se *forse* rispondono anch'esse alla "logica"
dell'abbassare qualche tensione psichica.
Ciò che le allucinazioni *mostrano* è un oggetto inconscio che ha fatto
irruzione nel conscio ... e si è reso indistinguibile dai dati coscienti;
questo significa che se io allucino una vipera sotto la sedia ... non posso
distinguere la "vipera allucinatoria" da una vipera vera. In più (ma non è
certo poco ...) se io sono arrivato alla condizione di avere allucinazioni
... non sono più in grado *neanche* di dar retta a chi mi dice che <<era
un'impressione: non c'era nessuna vipera!>>.
In più (ancora ... ma è *determinantissimo*!) le allucinazioni non sono come
i sogni, nei quali la parte cosciente *è assente/inattiva*: quando si è
sotto l'effetto dell'allucinazione ... si è DESTI, e la componente cosciente
"contribuisce" anch'essa allo "sviluppo" della situazione ... per
cui -nell'esempio della vipera sotto la sedia- finirei ***nella realtà!***
per sfasciare la sedia per schiacciare il rettile, e (ammesso che
l'allucinazione sia dotata di senso/finalità ...) cos'altro produrrà la
funzione inconscia come risposta (necessaria!) al fatto che la componente
cosciente ha schiacciato la vipera sotto la sedia? Potrò io essere indotto
(da qualche altra nuova produzione allucinatoria ...) a dare fuoco a tutta
la casa?
E' appena il caso che sottolinei che se "la vipera sotto la sedia" la ho
*solo* sognata (in un sogno ordinario ...) la componente inconscia "si
gioca" ESSA SOLA l'intera situazione ... senza "l'interferenza" della
componente cosciente (che nel frattempo è "assente/inattiva"). Non sfascerò
sedie ... nè darò fuoco alla casa: tutt'al più, mi sveglierò sudatissimo per
la paura, e con il cuore in gola. Inoltre ... a risveglio avvenuto,
distinguerò pur bene che ho solo sognato quel rettile velenoso; invece ...
nel caso dell'allucinazione (o delirio ...) resterò "certo" che la vipera ci
fosse veramente.
Quello che (credo ...) renda "IN-interpretabili" le allucinazioni/(deliri) è
proprio il fatto della interferenza della componente cosciente nello
"sviluppo" della situazione; come distinguere "dopo" quali erano le cose
inconsce che hanno fatto irruzione, dalle cose consce che vi hanno reagito?
Ci si rende conto facilmente che neanche i sogni (ordinari) sarebbero
interpretabili se non si potesse più sapere qual è la parte prodotta
dall'inconscio, e quale quella cosciente!
Peraltro ... ci sono allucinazioni "scopertamente" significative, e forse
questa "significanza palese" potrebbe essere *chiamata* interpretabilità:
nondimeno ... si tratta di eccezioni assolute; ricordo una persona che
allucinava sua madre (morta da anni ...) che sarebbe andata a farle
compagnia ogni sera, per facilitarle l'addormentamento. Se si tiene presente
che quella persona *non aveva alternative* alla solitudine ... il fatto che
preparasse la cena alla mamma, e che l'indomani "vedesse" (ella *sola*) che
la madre l'aveva mangiata ... era allucinazione "interpretabilissima". Ma
era un caso *raro* ... e assai "fortunato" per quanto pertiene alle
conseguenze sul piano di realtà.
Potrebbero le allucinazioni essere un tentativo della psiche di comunicare
all'esterno con più 'prepotenza' di quanto non riesca a fare con i sogni?
Insomma, le allucinazioni potrebbero essere un messaggio o una richiesta
d'aiuto che l'inconscio invia per direttissima (senza passare per il sonno)
alla coscienza? Ci sono studi in questa direzione?
:-)))
Questa idea dell'inconscio che usa i sogni per comunicare ... è una
*fantasia* (più o meno romantica/romanzata).
L'inconscio non comunica *niente*; ciò che fa è di "sbrigare qualche
faccenda" restata incompiuta nella veglia: se volevo mangiare ciliege, e non
me ne hanno date ... l'inconscio si trova con un desiderio "irrisolto" di
ciliege, che produce/consiste-in una tensione psichica. Può succedere
che -appena mi addormento- la funzione inconscia si incarichi di "sbrigare
la faccenda" lasciata irrisolta dalla funzione conscia (che opera nella
realtà) ... e "allucini" (ecco la somiglianza sogni/deliri!) una
scorpacciata di ciliege.
La faccenda della interpretazione (da cui nasce *l'equivoco* dell'inconscio
che "comunica") significa solo che -al risveglio dalla scorpacciata onirica-
posso (IO conscio) interpretare che contrariamente a quel che avevo creduto
... il diniego delle ciliege l'avevo proprio "preso male". Poi ... posso
pure *dire* che questa operazione dell'inconscio (allucinazione di
scorpacciata) "comunichi" che le volevo proprio, quelle benedette ciliege
... ma non sarà mai vero che l'inconscio "volesse comunicare" qualcosa (a
me, IO conscio): l'inconscio avrà fatto il suo lavoro, fregandosene
altamente della eventuale "presa di coscienza" della voglia di ciliege! Sarà
la componente conscia (sempre che il sogno sia recuperato ...) che
interpreterà che *se* ho sognato le ciliege, *allora* vuol dire che le
volevo proprio!
Quindi (... non me ne volere! :-))) ... la tua ipotesi sulla "prepotenza"
con la quale l'incoscio comunicherebbe "per direttissima", non appare
verosimile.
Per converso, la *violenza* espressa dalla funzione inconscia nel fare
irruzione nel conscio ... quella SI' che segnala qualcosa ... ma si
tratta -purtroppo- del fatto che alcune "barriere" conscio/inconscio "non
tengono".
Ciao, Lucky Luke; e *grazie* dello stimolo! :-)))
Ciao a tutti.
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Vincenzo