pispolo
2006-08-09 11:15:59 UTC
"Gioca a scacchi, gioca bene... chissà come è intelligente!"
Quante volte ho sentito questa frase!
Niente di più falso. Ho conosciuto legioni di ottimi scacchisti
stupidi.
Per giocare bene a scacchi non è indispensabile essere nè
intelligenti, nè pazienti, nè strateghi.
Però è vera una cosa, che gli scacchi aiutano molto nella formazione
della personalità.
Aiutano a potenziare la capacità di concentrazione, la visione
spaziale, il ragionamento logico, la capacità di prevedere le
conseguenze delle proprie azioni, di assumere decisioni,
l'autocontrollo, lo spirito sportivo...
Un sacco di belle cose.
Hanno però alcuni effetti collaterali. Ad esempio tendono a limitare
la capacità in interrelazione e l'intelligenza emotiva.
Chi gioca a scacchi infatti tende ad essere chiuso e concentrato sulla
scacchiera. Il mondo esterno non esiste. In sostanza, ci si deve
estraniare dal mondo esterno.
Il bridge, invece, oltre alla logica, alla capacità decisionale, al
calcolo delle probabilità, ha una componente essenziale: la capacità
di perceprire le persone e le situazioni. Quella che in termine tecnico
viene chiama la "presenza al tavolo", in altre parole l'intuizione.
A questo aggiungiamo che il bridge è un gioco di comunicazione,
diviene quindi essenziale relazionarsi nel modo corretto con gli altri.
Quando sono passato dagli scacchi al bridge ho fatto una fatica enorme
per riconventire il mio modo di pensare, però devo dire che entrambi
gli sport sono stati importanti nel mio percorso formativo e consiglio
di far giocare i propri figli sia a scacchi che a bridge.
Ciao!
Renato
http://renatoderosa.splinder.com
Quante volte ho sentito questa frase!
Niente di più falso. Ho conosciuto legioni di ottimi scacchisti
stupidi.
Per giocare bene a scacchi non è indispensabile essere nè
intelligenti, nè pazienti, nè strateghi.
Però è vera una cosa, che gli scacchi aiutano molto nella formazione
della personalità.
Aiutano a potenziare la capacità di concentrazione, la visione
spaziale, il ragionamento logico, la capacità di prevedere le
conseguenze delle proprie azioni, di assumere decisioni,
l'autocontrollo, lo spirito sportivo...
Un sacco di belle cose.
Hanno però alcuni effetti collaterali. Ad esempio tendono a limitare
la capacità in interrelazione e l'intelligenza emotiva.
Chi gioca a scacchi infatti tende ad essere chiuso e concentrato sulla
scacchiera. Il mondo esterno non esiste. In sostanza, ci si deve
estraniare dal mondo esterno.
Il bridge, invece, oltre alla logica, alla capacità decisionale, al
calcolo delle probabilità, ha una componente essenziale: la capacità
di perceprire le persone e le situazioni. Quella che in termine tecnico
viene chiama la "presenza al tavolo", in altre parole l'intuizione.
A questo aggiungiamo che il bridge è un gioco di comunicazione,
diviene quindi essenziale relazionarsi nel modo corretto con gli altri.
Quando sono passato dagli scacchi al bridge ho fatto una fatica enorme
per riconventire il mio modo di pensare, però devo dire che entrambi
gli sport sono stati importanti nel mio percorso formativo e consiglio
di far giocare i propri figli sia a scacchi che a bridge.
Ciao!
Renato
http://renatoderosa.splinder.com