oscar
2005-11-10 03:12:33 UTC
Perché alcuni autori scrivono in modo incomprensibile?
Quali motivazioni psicologiche sottendono ad un comportamento simile?
Per i piccoli investimenti-rischio del piccolo mercato italiano?
il mercato anglosassone è molto più grande, i premi e le punizioni per gli
editori sono maggiori, e le spinte a scrivere per grandi numeri sono
maggiori. Come dire: - tu, scrittore, scrivi facile altrimenti non vendo, i
miei investimenti sono più grandi - In Italia invece, basta rientrare delle
spese di edizione, spingere la distribuzione perchè un autore è docente
universitario ed è fatta.
Per l'autoreferenzialità? Per continuare a detenere il potere della
conoscenza?
Se rendo facile sapere quello che so io, perdo potere, svaluto la portata
delle mie conoscenze.
Per l'insicurezza da parte di chi scrive nella paura di non avere la
correttezza formale criticabile dai competenti?
Per esempio, scrivere prima l'enunciato teorico e poi l'esempio rende più
difficile la comprensione, ma rassicura l'autore per la "correttezza
formale" con la quale si espone un argomento criticabile dai competenti
della materia
Per pigrizia? Per mancanza di tempo, fatica e generosità d'animo, nel
trovare gli esempi e le metafore giuste?
È molto difficile rendere BREVE e semplice un concetto. Ci si deve sforzare,
trovare gli esempi e le metafore giuste per chiarire di cosa si parla. Costa
tempo, fatica e generosità d'animo. Pochi ce l'hanno.
Per "immagine"? per evitare di essere svalutati, per paura di banalizzare?
Qui da noi vige il "se il docente scrive per divulgare è come se si
svalutasse". La troppa semplicità viene presa per banalizzazione, e si perde
valore. Meglio rimanere criptici e autoreferenziali. Pazienza se poi il
testo lo comprano solo gli studenti costretti a farlo.
Per cosa, insomma?
Quali motivazioni psicologiche sottendono ad un comportamento simile?
Per i piccoli investimenti-rischio del piccolo mercato italiano?
il mercato anglosassone è molto più grande, i premi e le punizioni per gli
editori sono maggiori, e le spinte a scrivere per grandi numeri sono
maggiori. Come dire: - tu, scrittore, scrivi facile altrimenti non vendo, i
miei investimenti sono più grandi - In Italia invece, basta rientrare delle
spese di edizione, spingere la distribuzione perchè un autore è docente
universitario ed è fatta.
Per l'autoreferenzialità? Per continuare a detenere il potere della
conoscenza?
Se rendo facile sapere quello che so io, perdo potere, svaluto la portata
delle mie conoscenze.
Per l'insicurezza da parte di chi scrive nella paura di non avere la
correttezza formale criticabile dai competenti?
Per esempio, scrivere prima l'enunciato teorico e poi l'esempio rende più
difficile la comprensione, ma rassicura l'autore per la "correttezza
formale" con la quale si espone un argomento criticabile dai competenti
della materia
Per pigrizia? Per mancanza di tempo, fatica e generosità d'animo, nel
trovare gli esempi e le metafore giuste?
È molto difficile rendere BREVE e semplice un concetto. Ci si deve sforzare,
trovare gli esempi e le metafore giuste per chiarire di cosa si parla. Costa
tempo, fatica e generosità d'animo. Pochi ce l'hanno.
Per "immagine"? per evitare di essere svalutati, per paura di banalizzare?
Qui da noi vige il "se il docente scrive per divulgare è come se si
svalutasse". La troppa semplicità viene presa per banalizzazione, e si perde
valore. Meglio rimanere criptici e autoreferenziali. Pazienza se poi il
testo lo comprano solo gli studenti costretti a farlo.
Per cosa, insomma?